martedì 8 febbraio 2011

Recensione sul film "Lettere da Ivo-Jima"

"Lettere da Iwo-Jima" è un film di Clint Eastwood, che tratta della famosa battaglia della seconda guerra mondiale, avvenuta nel 1945 e combattuta sull'omonima isola nel pacifico tra i Marines Americani e l'esercito dell'Impero Giapponese. Il film, diciamo, è il "fratello" di un altro film sulla battaglia, sempre di Eastwood: "Flags of our father". Questi due film sono usciti nel 2006 e sono stati fatti per ricordare i caduti da entrambe le parti in seguito al 50° anniversario della battaglia (1945-2005). Il film tratta della battaglia, dal punto di vista Giapponese. Il film si basa su una scoperta archeologica effettuata da degli studiosi Giapponesi sull'isola nel 1999 , dove vennero alla luce le lettere del generale Kuribayashi, scritte per il figlio Tano. Da queste lettere Eastwood tende a rappresentare come l'isola viene approntata alla difesa e di come un esercito ormai sull'orlo della sconfitta (ai Giapponesi non rimanevano molte isole oltre che al Giappone), creda ancora che una ribalta fosse possibile... o quella o la morte. Difatti il codice etico Giapponese del Bushido, ancora in voga a quei tempi, non imponeva la resa ma solamente la morte, o per mano nemica, o per mezzo del rito di suicidio. Il film espone questo fattore, di quasi assoluto attaccamento alle tradizioni, in un modo molto realistico. Tanto che all'inizio della battaglia , quando il monte Suribachi viene espugnato dagli Americani, l'intera guarnigione di difesa si suicida con il suo Generale facendosi esplodere con delle granate. Solamente il protagonista, Saigo, decide di non suicidarsi, ritenendo inutile gettare via la propria vita per un ideale che è ormai morto; e perchè a casa l'aspetta la moglie incinta. Saigo sarà l'unico superstite della guarnigione Giapponese (di 22.000 uomini) e assiste al suicidio del Generale per poi arrendersi agli Americani.

Personaggi:
Saigo: il protagonista, giovane soldato che non crede né nella guerra (inutile e priva di diletto per lui) né nel Giappone, che l'ha spedito lontano da casa e da sua moglie incinta per farlo combattere per un ideale ormai spento. Mai nel film non ucciderà mai un uomo, e forse per questo si salverà, e mai crederà un solo istante in questa guerra.
Tadamichy Kuribaiashy: Generale Giapponese (realmente esistito e realmente comandante nella battaglia di Iwo-Jima) che visse un anno in America e che combattè contro persone che lui ha potuto conoscere e frequentare, non capendo come possa la guerra trasformare uomini in mostri. Generale razionale, che evita lo spreco di uomini in assalti suicidi (i cosiddetti attacchi Banzai), ma consigliato da comandanti incapaci e tradito da qualche generale che ignora i suoi ordini non riesce a resistere e perde la battaglia. Si suicida per il disonore sul campo di battaglia con la pistola che i suoi amici Americani gli avevano regalato.
Di per sé gli amanti dell'azione dove si spara e basta troveranno il film monotono, ma Estwood lo ha girato per far vedere che i Giapponesi non erano quelle "scimmie con gli occhi a mandorla" che la propaganda americana faceva vedere. Ma anzi erano uomini come tutti, che avevano una casa e molti una famiglia, guidati da generali incapaci che li mandavano in attacchi suicidi dove per sconfiggere cento Americani attestati con mitragliatrici, si doveva perdere minimo un migliaio di soldati. Il film ha vinto l'oscar per la colonna sonora e ha nominato Eastwood come miglior regista. A me è piaciuto una cifra ed è diventato uno dei miei film preferiti.

Titolo originale: Letters to Iwo-Jima
Titolo italiano: Lettere da Iwo-Jima
Regia: Clint Eastwood
Durata: 146
Genere: Drammatico, Guerra

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